Inizia tutto con uno stimolo
“Crack, una manovra rapida e tutto è tornato in sesto!” Questa l’immagine tipica che abbiamo del chiropratico, visto quasi come una figura mistica, un mago in grado di sistemare una frattura con due manipolazioni o, ancora, un truffatore che rischia di mettere tutto ancora più “a soqquadro”.
Questo immaginario comune ha creato non pochi ostacoli alla diffusione della figura del chiropratico che, non a caso, ancora oggi non è riconosciuta ufficialmente in Italia.
Eppure se pensiamo che negli US annualmente i chiropratici trattano più di 35 milioni di pazienti, verrebbe da porsi due domande in più.
La prima di tutte: cosa fa realmente un chiropratico?
Stimola.
In pratica, il nostro apparato scheletrico è pieno zeppo di ricettori di ogni tipo, del tatto, articolari, di movimento che, in condizioni di salute, sparano una grande quantità di informazioni verso il cervello.
Nel caso non ci siano buone informazioni tra midollo e cervello, la muscolatura si contrae più di quanto già non fosse, oppure l’articolazione si muove meno, o ancora si hanno delle compensazioni su altre parti della cartilagine.
In presenza di complicazioni dunque, al cervello arrivano informazioni errate, proprio come se fossero “cortocircuitate” o comunque incomplete, come se corpo e cervello non riuscissero più a capirsi.
Ecco allora che interviene il chiropratico che, manipolando il segmento interessato, produce il famoso “crack”, che funge da vero e proprio impulso per il sistema nervoso.
Avviene dunque un risveglio, proprio come se quel punto tanto contratto stesse dicendo al nostro cervello “Ehi, esisto, posso muovermi in questa maniera!”. Quindi si resettano le informazioni, che ora arrivano corrette e così la contrattura migliora, le informazioni arrivano in scioltezza e la soglia del dolore inizia ad abbassarsi.
Ma dunque è vero, basta un “crack” e si risolve tutto? Non proprio. E chi dice il contrario, probabilmente non ti sta davvero aiutando. E qui è necessario aprire un’altra parentesi sul perché non dovresti affidarti ad un qualunque professionista.
Perché rivolgerti a noi?
Se potessimo rimediare ad un’ernia in una sola seduta, probabilmente oggi non rappresenterebbe più un problema così rilevante. Eppure, come puoi immaginare, non esiste un rimedio magico per problemi che, per altro, sono il risultato di mesi e mesi di atteggiamenti errati e abitudini scorrette.
Dunque la chiropratica è poco efficace? Assolutamente no. Semplicemente, non basta stimolare una sola volta: occorre un vero e proprio percorso suddiviso in step, in cui la parte passiva è soltanto l’inizio.
Molti chiropratici effettuano trattamenti con cadenza mensile o bimestrale, che fungono solamente da palliativo momentaneo, ma non risolvono il problema alla radice. Inizia così un circolo vizioso in cui diventi dipendente dal tuo terapista, senza mai raggiungere davvero lo stato di benessere desiderato.
Il nostro obiettivo invece è aiutarti realmente a migliorare la qualità della tua vita, a riprendere in mano la tua quotidianità e a non dover pensare ogni giorno a quei dolori e a quelle contratture che ti impediscono di trascorrere le tue giornate con serenità.
Le nostre sedute dunque comprendono varie tecniche di stimolazione, con le quali miglioriamo le varie disfunzioni, ripristiniamo la mobilità delle articolazioni, riduciamo tensione e irritazione nei tessuti circostanti. Ma non solo: ogni trattamento sarà potenziato da un lavoro miofasciale ed esercizi propedeutici a riacquistare la miglior qualità di movimento.
Il nostro infatti, è un lavoro combinato di chiropratica e fisioterapia che, come hanno dimostrato diversi studi, si rivela il più efficace. Dopo aver diminuito le tensioni del tuo corpo dunque, passeremo parallelamente alla parte attiva, in cui imparerai a riscoprire il tuo corpo e tutti quei movimenti persi nel corso di settimane, mesi o anni.
Perché il nostro reale obiettivo non è avere clienti fissi e insoddisfatti, ma accompagnarli in un percorso mirato a raggiungere un nuovo livello di benessere, non solo fisico, ma anche mentale.
